Chi fa il vetro

La struttura minima per la lavorazione del vetro in una fornace è detta piazza. Il personale della piazza è oggi composto da un maestro, un servente, un serventin e un garzone. Un tempo tra la qualifica di maestro e quella di servente ne esisteva una ulteriore, oggi scomparsa, detta di maestro “fuori piazza”: erano tirocinanti che lavoravano per impratichirsi del difficile lavoro di maestro vetraio.

Preparare gli ingredienti

La prima importante operazione nella lavorazione del vetro è la pesatura delle materie prime. Sbagliare le proporzioni può pregiudicare completamente la composizione del vetro. Una volta pesate, le sostanze vengono introdotte nella betoniera ed amalgamate. L’impasto ottenuto viene messo dentro dei crogioli. Ogni crogiolo contiene un’amalgama di colore diverso, che si ottiene aggiungendo alla composizione originale delle sostanze coloranti.

Preparazione

La fusione avviene a 1400° C e la durata di tale operazione è di nove ore. La miscela viene caricata nel crogiolo alle 17 alla temperatura di 1250° C. Finite le cariche il forno viene portato a 1400° C per l’operazione di affinaggio, che ha lo scopo di eliminare le bolle di gas che escono dal liquido. Questa operazione ha termine alle 2. La temperatura viene abbassata a 1000° C, perché il vetro non sia troppo liquido per essere prelevato.

Preparazione

Il pallone così ottenuto, passato al maestro, viene lavorato mediante diverse tecniche per la produzione vera e propria dell’oggetto di vetro. Durante la lavorazione degli oggetti questi devono essere posti in forno più volte, affinché la temperatura non scenda e il vetro non possa essere più lavorato. L’oggetto può rimanere fuori dal forno per essere lavorato non più di qualche minuto, e l’abilità del maestro consiste nel realizzare le più svariate forme in così poco tempo. Una volta finiti, gli oggetti vengono posti in forni di raffreddamento. Qui si passa da una temperatura di circa 520° C a quella ambiente.